Tristan da Cunha, grande 201 Km2, meno dell’Isola d’Elba, è l’arcipelago più remoto del mondo. Un puntino tra Africa e Sudamerica, se lo si vede dal satellite. Per la mancanza di porti e aeroporti, per raggiungere Tristan da Cunha da Città del Capo ci vogliono 5 – 6 giorni di navigazione, più di quanto impiegò l’Apollo 11 per raggiungere la Luna! L’isola è famosa per avere una popolazione con soli 8 cognomi: Lavarello e Repetto, i discendenti di due naufraghi di Camogli approdati qui nel 1892, Swain e Patterson (di origine inglese), Hagan e Rogers (statunitensi), Glass (scozzese) e Green (olandese). Dal 13 novembre questo angolo di mondo, grazie a una partnership internazionale che sostiene la comunità locale e protegge la natura, è diventato uno dei più grandi santuari al mondo per la vita selvatica sopra e sotto le onde, dichiarando che quasi 700.000 km2 del suo mare entrerà a far parte della Blue Belt di protezione marina del Regno Unito. L’Area marina protetta di 687.247 km2, quasi tre volte più grande del Regno Unito, salvaguarderà uno degli ambienti marini più incontaminati del mondo e proteggerà la fauna selvatica che vive qui. Gli abitanti dell’isola sono i guardiani della più grande no-take zone dell’Oceano Atlantico. La vita su Tristan da Cunha è sempre stata basata sul rapporto con il mare e continua a esserlo ancora oggi. La comunità di Tristan è profondamente impegnata nella conservazione: a terra, dove più della metà del territorio è protetta, e in mare, con la tutela del 90% delle sue acque. Questo remoto territorio d’oltremare del Regno Unito è tra i più ricchi al mondo, con decine di milioni di uccelli marini che si librano sopra le onde, pinguini e foche sulle spiagge, squali minacciati si riproducono al largo e misteriose balene si nutrono nei canyon delle acque profonde. Da oggi possiamo dire che tutto questo è protetto.