Circa il 70 per cento della superficie del nostro pianeta è ricoperta dall’acqua, e la maggior parte di questa è conservata in enormi distese che per convenzione chiamiamo Oceani. 

Stabilire dove finisca uno e dove ne inizi un altro non è semplice, perché formalmente tutta quell’acqua non ha confini così netti. La scienza da sempre ne identifica quattro, Pacifico, Atlantico, Indiano e Artico, ma il National Geographic, una delle più importanti istituzioni geografiche al mondo, per proteggere la biodiversità antartica ha da poco riconosciuto un quinto Oceano: quello Antartico che racchiude la maggior parte delle acque situate attorno alla regione antartica, fino al 60esimo parallelo Sud. Ad eccezione del Canale di Drake e del mare di Scotia.

L’aria della zona è infatti più fredda e rarefatta e la colorazione dei ghiacciai tende ad essere più bluastra; è “il solo bacino a confinare con tre altri oceani, nonché l’unico che abbraccia completamente un continente”, ha precisato la biologa marina Sylvia Earle.

L’Oceano Antartico non è formalmente riconosciuto a livello internazionale, anche se la comunità scientifica lo utilizza spesso come indicazione geografica. Le acque dell’Antartico sono caratterizzate dalla presenza di una corrente, la corrente circumpolare antartica o ACC che ne delimita i confini.

L’ACC è la corrente oceanica più importante dell’emisfero australe e l’unica corrente che fluisce intorno all’intero globo terrestre e ha reso possibile lo sviluppo di ecosistemi unici nell’oceano Antartico, con migliaia di specie che vivono solamente in quella zona. Altre lo frequentano per parte dell’anno, per poi migrare negli altri oceani nel periodo invernale. 

La speranza del National Geographic è che il riconoscimento contribuisca ad aumentare l’interesse verso l’Antartico e più in generale ad aggiungere ulteriore consapevolezza sui temi dell’emergenza climatica.