Quello verso la pesca sostenibile è un percorso complesso, ma anche doveroso se vogliamo continuare a godere delle bellezze e delle risorse marine.
Due realtà importanti verso l’impatto zero sono sicuramente la pesca artigianale e l’acquacoltura su piccola scala. Infatti, i piccoli pescherecci consumano meno energia, fanno battute di pesca più brevi e, soprattutto, per il consumo locale, riducendo di molto lo spreco di cibo.
Il progetto Ariel vuole proprio sostenere questa realtà, puntando all’innovazione e alla sostenibilità della pesca e dell’acquacoltura su piccola scala, nei mari Adriatico e Ionio. Il progetto è stato realizzato con il contributo della Commissione Europea e coinvolge Italia, Grecia, Croazia e Montenegro, unendo i piccoli imprenditori ittici alla ricerca scientifica.
Una soluzione che ha decisamente semplificato la concretizzazione delle pratiche ideate in azioni realmente applicabili dagli attori della pesca e dell’acquacoltura su piccola scala. E non è finita: Ariel è anche una piattaforma che, in un’ottica di scambio e condivisione delle conoscenze, facilita la gestione delle politiche sulla pesca, il networking e il partenariato fra gli attori coinvolti.
L’Istituto di risorse biologiche e biotecnologie marine del CNR fa da capofila al progetto, sostenuto da molte altre realtà scientifiche dei quattro Paesi coinvolti. Un’unione di piccoli imprenditori ittici e ricerca, tutti impegnati in un obiettivo comune per una pesca sostenibile, in chiave ambientale e sociale. Una cooperazione fertile, che sta già lavorando allo sviluppo di un’agenda comune per la pesca e l’acquacoltura e a una Carta dei servizi per l’innovazione.
Proposte che sono arrivate a Bruxelles e che speriamo influenzino le scelte comunitarie.